IL CAMBIO di denominazione del gruppo consiliare del Pri decretato da Di Placido e Montesi rischia di apparire come la pietra tombale sulla gloriosa e ultracentenaria storia dell’Edera (e già successo a Forlì, dove il simbolo è scomparso dall’assise municipale senza sconvolgimenti…). Ma non è affatto una pugnalata alla schiena per un partito che ormai da anni vede affievolirsi la sua forza con traslochi di esponenti di primo piano da una parte e dall’altra. Ci sarà pure per tanti l’umano desiderio di trovare una collocazione e un futuro (in un quadro politico peraltro incertissimo), ma bisogna riconoscere che l’identità liberaldemocratica europea alla quale orgogliosamente i repubblicani si richiamano non germoglia più negli angusti spazi del Pri. Anche a Cesena, che è pure una culla del repubblicanesimo nazionale. Andare oltre il partito è una sfida legittima, forse l’extrema ratio. Della coerenza e della genuinità dei principi degli ormai ex Pri cesenati decideranno, com’è giusto che sia, gli elettori.
di Emanuele Chesi
Il Resto del Carlino di Cesena, 15 luglio 2013
Complimenti per l’articolo. Molto interessante. Continuate cos