Lavoriamo per dare un futuro ad idee che meritano di averlo

La nostra scelta non è in alcun modo una rottura, se non con l’immobilismo e la progressiva rassegnazione alla scomparsa di una presenza.
Di più: andiamo dicendo da anni che occorre costruire una prospettiva credibile e coraggiosa alla nostra tradizione culturale, anche e soprattuto attraverso azioni coraggiose e dirompenti, e per questo ci sentiamo di interpretare in piena continuità l’evoluzione politica di un progetto liberaldemocratico capace di unire sensibilità e appartenenze diverse.
Ci sarebbe piaciuto che l’impegno dedicato ad altro fosse stato utilizzato per entrare nel merito dei temi che abbiamo indicato come sostanza del confronto politico dei prossimi mesi.
Temi che, peraltro, sono i medesimi che con coerenza e tenacia portiamo avanti da tempo, e sui quali è stato pubblicamente riconosciuto il nostro impegno.
Il nostro obiettivo è tanto semplice quanto ambizioso: aggregare donne e uomini con strumenti diversi da quelli utilizzati fino a ieri, che oggi mostrano in maniera evidente i loro limiti.
Ci rifiutiamo di accettare passivamente che un mondo laico, liberale, democratico, repubblicano non abbia un riferimento forte e credibile nel panorama politico locale, solo perché gli egoismi e l’inettitudine hanno il sopravvento.
Per quel mondo c’è ancora uno spazio, ma va conquistato in maniera nuova, allargando i confini delle vecchie appartenenze e preferendo i contenuti agli schieramenti.
Invece, quasi che i contenuti fossero una variante trascurabile, sentiamo parlare e leggiamo solo di schieramenti, che peraltro si propongono come semplice sommatoria di sigle, senza nessuna capacità di apertura a nuove esperienze, destinandosi così a puri cartelli elettorali che finiscono il giorno dopo le elezioni, con grande vantaggio delle forze maggiori.
Quale occasione migliore, invece, per lanciare un messaggio di novità e di lungimiranza, capace di avvicinare anche i tanti che oggi vivono la politica dei simboli e degli schieramenti con distacco se non disgusto?
Noi vogliamo parlare di problemi, con chiunque sia disposto a farlo, come ci è stato sempre insegnato, verificando su di essi distanze o vicinanze, con la forza che deriva dalle idee che si rappresentano e senza complessi di inferiorità: dopo un confronto di questo tipo, il dibattito politico è comunque più ricco.
E vogliamo parlare di problemi non in maniera astratta, ma per proporre soluzioni concrete, delle quali anche nella nostra città c’è tanto bisogno.
Così si può diventare interlocutori di tutti coloro che vogliono proposte e risposte, e non pregiudizi e stanche contrapposizioni.
Questo sarà il nostro campo di azione, in perfetta coerenza con la cultura alla quale apparteniamo, e alla quale vogliamo dare il futuro che merita, a maggior ragione a Cesena.
Le testimonianze di solidarietà ricevute in questi giorni sono un ulteriore stimolo ad andare avanti, consapevoli del servizio che si sta rendendo alla propria città e alla propria identità.

Luigi Di Placido – Paolo Montesi
Liberaldemocratici per Cesena

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http://m.cesenatoday.it/politica/liberaldemocratici-diamo-futuro-idee-meritano-di-averlo.html

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Alcuni spunti per capire cosa sarà SERINAR 2

In occasione della Commissione consiliare di stasera dovremo dare atto all’Assessore Marchi di aver accolto la nostra richiesta di aggiornare e consultare la commissione competente sui passaggi del percorso di ridefinizione della mission e dell’assetto organizzativo di Serinar 2.

In premessa ribadiamo come i Repubblicani in tutte le legislature passate non hanno mai fatto mancare il sostegno alla mission di Serinar. A maggior riprova, in occasione della approvazione del bilancio previsionale 2013, come gruppo consiliare ci siamo detti allarmati per il disimpegno del Comune di Cesena, che annunciava di tagliare il proprio contributo e soprattutto per l’impasse creato dalla gestione Conti.

Ci pare dal documento sottoposto ai Consiglieri che le 5 direttrici di lavoro siano in linea con i nostri auspici, ribaditi recentemente in Consiglio comunale.
Tuttavia, sono 2 gli assunti (in specifico precondizioni per i passaggi successivi) che l’ultima Assemblea dei soci di Serinar ha ratificato e che noi Liberaldemocratici vogliamo rimarcare, perché ci sembrano precondizioni irrinunciabili per dare vita ad una reale «Serinar 2»:
– il primo é la scelta di ampliare il partenariato sociale alle città di Ravenna e Rimini (e altri Enti Locali delle sedi decentrate dell’Ateneo di Bologna). L’obiettivo di creare un’unica società di sostegno al diritto allo studio, in una logica di Area Vasta ci pare il punto focale per poter relazionarsi con un peso specifico adeguato rispetto ad un processo di centralizzazione (strisciante) verso Bologna, innescato nel 2011 dalla riorganizzazione derivata dalla applicazione della Riforma Gelmini (L. 240/2010) e dal Nuovo Statuto di Ateneo.
Le prime domande che rivolgiamo all’Assessore sono: quali sono le sinergie che si sono previste di realizzare? A che punto sono le trattative con le altre Amministrazioni? Quali sono i tempi per l’ingresso in Serinar o la nuova società che ne deriverà? Quale l’apporto in termini di capitale sociale? Quale la dotazione di alloggi e servizi agli studenti?
– La seconda precondizione per avviare questa riorganizzazione in Area Vasta di Serinar, é rendere la stessa Serinar appetibile e pronta per questo scopo. Ad oggi la società, pur essendo dotata di buonissima patrimonializzazione e bilancio in attivo, ci sembra appesantita da una struttura organizzativa (in termini di personale e immobili utilizzati) non più adeguata alla mission e ad una contingenza di Spending Review.
Chiediamo all’Assessore di specificare cosa si intende per «rivedere l’aspetto organizzativo della società ai nuovi compiti, adeguando le strutture alle nuove funzioni». Ci saranno ridimensionamenti del personale?

Le 5 linee di lavoro sono ampiamente condivisibili, anche se a nostro avviso il tema della «Ricerca» e il ruolo di «ponte con le imprese» sono prioritari, in quanto rappresentano il primo scopo per cui gli Enti Locali dovrebbero continuare a sostenere il decentramento universitario, se come si afferma esso é oramai un processo irreversibile.
Serinar 2 dovrà essere maggiormente impegnata a garantire (con funzioni proprie o di coordinamento dei soggetti del territorio interessati) che i risultati della Ricerca applicata siano trasferiti alle imprese del nostro territorio, affinché l’Universita sia davvero uno dei motori di rilancio dell’economia romagnola.
A questo proposito chiederemo quali sono i compiti che si ipotizzano per ricoprire il ruolo di «collettore»che si auspica? Positivo – ci pare – l’accento sulla necessità di rendicontazione e valutazione degli investimenti in ottica di benchmarking.

Condividiamo anche l’ausilio di sostenere i processi di attrazione della ricerca, dell’internazionalizzazione (bidirezionale) e qualità della didattica.
Su questi aspetti rivolgiamo solo alcune sollecitazioni:
– ci sono riscontri nella programmazione della didattica rispetto ad un fenomeno di ritorno dei docenti più quotati dalla Romagna verso le cattedre di Bologna?
– per favorire i processi di internazionalizzazione delle sedi decentrate, quali sono i progetti di sviluppo e di coinvolgimento con il nuovo sportello Mobilitas e le associazioni dedicate a questo scopo presenti nel territorio Romagnolo?
– quali sono i progetti di decentramento di alcuni corsi verso la sede di Bertinoro? (Infatti siamo preoccupati che questo sia realizzato al solo scopo di rendere sostenibile la sede di Bertinoro e che ciò non corrisponda ad una reale esigenza didattica – a volte ci vuole più coraggio a mantenere i rami secchi, piuttosto che a tagliarli).

Per ultime le spine dolorose. Ci pare che sul tema dei servizi di sostegno per l’alloggio degli studenti, sia giunto inevitabilmente il momento di chiarire l’ambiguità dei rapporti con ERGO e che i tempi di supplenza (finanziaria) per il Polo Romagnolo – adempiuto da Serinar in questi anni a spese della collettività – sia definitivamente da chiudere.

In conclusione auspichiamo che il nuovo corso di Serinar, avviato sotto la tutela del Presidente Zambianchi, conduca la società partecipata a realizzare una vera politica di Area Vasta, con un relativo assetto organizzativo più snello, finalmente con un management competente e selezionato per merito (e non per motivi di parcheggio).

La mission che immaginiamo noi Liberaldemocratici per Serinar 2 è quello di un attore più proattivo, dedicato al consolidamento nel territorio dell’università e teso al trasferimento tecnologico e della ricerca alle imprese del territorio.

Questo sogno si realizza prima di tutto con una comunanza di visione tra gli Enti del partenariato (quindi deve passare per un chiarimento definitivo tra Cesena e Forlì), un maggiore sostegno delle Fondazioni e della Camera di commercio e una nuova legittimazione di autonomia da Bologna.

Paolo Montesi

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Nasce il Gruppo consiliare “LIBERALDEMOCRATICI per CESENA”

Dalla prossima seduta del Consiglio Comunale daremo vita al Gruppo Consiliare

LIBERALDEMOCRATICI PER CESENA.

Questa decisione deriva dalla nostra profonda convinzione che il mondo laico, democratico, liberale, repubblicano debba lavorare ad un progetto politico che esca dalle singole appartenenze e cerchi nuovi modi di aggregare idee e persone.

Non è una scelta contro niente o nessuno, è al contrario una scelta per: per una città più moderna, per una politica più vicina alla gente, per superare vecchi steccati.

Siamo Repubblicani e lo rimaniamo, perché nessuno mai potrà affermare il contrario, ma non condividiamo la visione miope, pavida e di corto respiro che si vorrebbe imporre ad una tradizione che tanto ha dato a questa città.

Non cerchiamo schieramenti posticci e ormai anacronistici, costruiti “contro” a prescindere, perché non è quello che serve a Cesena.

Vogliamo unire cittadine e cittadini su un progetto che parli di contenuti, e che su quelli verifichi consonanze e distanze.

Vogliamo dimostrare che c’è ancora spazio per una politica seria, competente e non urlata, e che questa riesce ancora ad attrarre impegno e consenso.

Ci vogliamo considerare parte di questo progetto, e mettiamo a disposizione della città la nostra presenza in Consiglio Comunale, come megafono di idee e occasione di approfondimento dei temi che, insieme a tutti coloro che contribuiranno, saranno la base della nostra attività politica dei prossimi mesi.

Già da oggi, tuttavia, intendiamo segnalare alcuni argomenti per noi fondamentali per il governo di Cesena dei prossimi anni:

1) un forte impegno allo sviluppo di politiche di area vasta e integrazione territoriale;

2) un attenta analisi del bilancio comunale, che non risparmi nessun settore, con l’obiettivo di ottimizzare spese e centri di costo;

3) un’ulteriore decisa accelerazione dei processi di sburocratizzazione e razionalizzazione della struttura amministrativa;

4) uno sviluppo urbanistico improntato su criteri di trasparenza e attenzione alle esigenze di housing sociale e sviluppo economico e produttivo;

5) un progetto di revisione dei servizi sociali, capace di ottimizzare le risorse e rispondere ai nuovi bisogni.

6) una nuova stagione di politiche culturali e turistiche, in grado di coinvolgere forze private ed aumentare le potenzialità attrattive del territorio;

7) una forte attenzione ai temi della sicurezza dei cittadini, attraverso un maggiore coordinamento delle forze di polizia e un loro riequilibrio territoriale;

8) una chiara capacità di rilanciare il Centro Storico e valorizzare le periferie, in un progetto integrato economico e sociale.

Su questi argomenti chiediamo a tutti di esprimersi, così da poter valutare la possibilità di aprire un confronto programmatico serio e rigoroso per inaugurare una nuova stagione di governo della città, nella quale assumersi la responsabilità di realizzare gli obiettivi di cui sopra.

Non ci accontenteremo di parole, tantomeno quelle che dovessero dare per già realizzati i temi che sollecitiamo, essendo persuasi che c’è ancora molto da fare: offriamo e offriremo fatti, i medesimi che chiediamo.

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http://www.corriereromagna.it/cesena/2013-07-13/clamorosa-novita’-consiglio-pri-pensionato-nasce-un-nuovo-gruppo

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Facciamo luce sull’ASL UNICA ROMAGNA

Oggi pomeriggio si terrà un Consiglio Comunale aperto per dibattere insieme a forze politiche e parti sociali di ASL Unica Romagnola.

Si parla del processo di fusione delle 4 ASL della Romagna (Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini) che ha già una data di start fissata: il 1′ gennaio 2014. Il processo é già stato ampiamente impostato dalle strutture tecniche ed in termini operativi é oramai in dirittura d’arrivo.

La Legge regionale di inquadramento é appena arrivata e la RoadMap é stata concordata dai Sindaci, salvo le critica sollevata dal solo Roberto Balzani.

A onor del vero il processo é stato voluto, quasi unicamente dal PD, mentre restano fortemente contrarie SEL, PRC, IdV e  M5S, PDL, Lega Nord.

I soli che hanno da anni ostentato il supporto all’Area Vasta della Sanità in Romagna, sono stati proprio i Repubblicani, e in particolare a Cesena.

Si può imputare al PD scarsa trasparenza e scarsa ricerca di una condivisione popolare sugli obiettivi di razionalizzazione e di risparmio, su valutazioni quantitative e qualitative delle prestazioni offerte.

Nei mesi scorsi abbiamo assistito sempre alle solite diatribe interne al PD, dove lo slogan era: “la ASL Unica Romagna” é la via obbligata per risparmiare risorse con le aggregazioni del personale amministrativo.

Un po’ pochino… Troppo poco ambizioso l’obiettivo.

Premesso che il mantenimento dell’assistenza sanitaria universale sará nel prossimo futuro la fondamentale questione politica da affrontare, e che il modello attuale non é sicuramente sostenibile in futuro, noi chiediamo al PD di avere più coraggio.

La Ausl unica Romagna, non é un obbligo (non ce l’ha ordinato il medico) ma un processo da percorrere con convinzione, per passare da una logica in cui “tutti fanno tutto” (con duplicazioni, scarsa specializzazione, inefficienze utilizzo della produttività delle strutture ospedaliere), a una logica in cui i servizi di assistenza saranno garantiti in prossimità (non per forza sotto casa), mentre le prestazioni diagnosticate saranno centralizzate e quelle specialistiche saranno offerte presso la struttura più competente all’interno dell’Area Vasta (con medesimi costi, maggior specializzazione e produttività ottimizzata).

Il processo avrà tanto più successo se sarà supportato da una comprensione dei cittadini, che il disagio del cambiamento sarà ripagato domani se l’aggregazione sarà realizzata con serietà e renderà sostenibile  l’universalità dell’assistenza sanitaria.

Sarà il PD capace di portare questo processo dalle segrete stanze di partito alle piazze dei cittadini? Dopotutto questa é la Politica.

Noi siamo pronti a far sentire la nostra voce e se serve a dare manforte su questa battaglia, come sempre nell’interesse della collettività e del nostro Paese.

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COMUNICATO STAMPA 05/06/13: Dopo il parcheggio dell’ospedale tocca a Piazza della LIbertà

La gratuità del parcheggio a servizio dell’Ospedale Bufalini era contenuta nel mio programma elettorale del 2009, per cui figuriamoci se posso essere contrario alla decisione dell’Amministrazione.
Diverso è il continuare a pensare che doveva essere una scelta non figlia degli introiti di Icarus, e che la gratuità non dovrebbe avere limitazioni, perché è difficile immaginare che ci possa essere chi sfrutta quel parcheggio per esigenze non strettamente connesse alla propria salute.
Meglio tardi (molto tardi) che mai, quindi.
Piuttosto, questa decisione dell’Amministrazione dovrebbe provocare una evidente e, secondo me, naturale conseguenza circa il parcheggio di Piazza della Libertà.
Le ristrettezze di bilancio non sempre vengono per nuocere, visto che hanno allontanato o addirittura cancellato l’ipotesi della sua eliminazione, per cui è verosimile ed auspicabile che il Centro Storico continui ad avere quell’ormai unico parcheggio.
Ebbene, applichiamo anche a Piazza della Libertà quello che verrà applicato all’Ospedale: gratuità per le prime due ore, sempre e non solamente in particolari momenti della giornata.
Questo sarebbe coerente anche con gli indirizzi definiti dal Consiglio Comunale sull’utilizzo dei proventi di Icarus, tra i quali ci sono anche le misure a sostegno del Centro Storico.
Questo sarebbe un gesto concreto, oltre le tante parole spese in questi anni.
Ce ne sarà la volontà?

Luigi Di Placido
Paolo Montesi

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COMUNICATO STAMPA 25/05/13: Un necessario chiarimento sul futuro che si vuole costruire con i Repubblicani di Cesena

Prendiamo atto, con un misto di stupore e delusione, che nel Partito Repubblicano di oggi le linee politiche si assumono attraverso una conferenza stampa, della quale peraltro il Gruppo Consiliare non è neppure a conoscenza.
Ci risulta che gli ultimi documenti ufficiali siano ancora quelli dove si dichiara espressamente di voler lavorare per un nuovo soggetto politico ed una collocazione basata sui temi e non sugli schieramenti.
La linea indicata dal Presidente Guidazzi, il quale aveva peraltro sempre condiviso la linea politica del Segretario di Consociazione dimissionario, è frutto di una valutazione neanche messa in votazione.
Prendiamo altresì atto che, senza il minimo coraggio, si vorrebbe decidere di intrupparsi a priori in una alternativa fatta passare come grande novità solo per il fatto che la si vorrebbe chiamare lista civica, ben sapendo che le liste civiche sono tutt’altra cosa e che questo tentativo si potrebbe invece riassumere così: facciamo finta di fare una cosa nuova perchè i simboli oggi sono in difficoltà, ma dal giorno dopo le elezioni ognuno torna alla sua più o meno confortevole casetta.
Due anni persi, nei quali quasi tutti a parole si dichiaravano concordi sulla necessità di aprire nuovi scenari, salvo fare una deludente ma prevedibile marcia indietro.
Noi continuiamo a pensare che si debba lavorare per un movimento che, forte anche dell’apporto dei laici e delle loro idee, esca dagli schemi consunti destra-sinistra, e cerchi di aggregare i cittadini su temi qualificanti, verificando su quelli consonanze e dissonanze: la creazione di nuova ricchezza, la semplificazione burocratica, l’aiuto al mondo del lavoro, la rimodulazione del welfare locale, per fare qualche esempio.
Una prospettiva coraggiosa, quindi, che guardi anche alle dinamiche nazionali, e che concorra a dare visibilità e forza a quell’area liberal-democratica presente nei nostri territori che ha perso i propri riferimenti politici e che ha già dimostrato nelle recenti elezioni politiche di sentirsi stretta nelle vecchie contrapposizioni; una prospettiva che favorisca un nuovo quadro politico locale, perchè il mondo non finisce con le prossime elezioni amministrative.
Il momento straordinario di crisi economica e di credibilità dei partiti ci impongono di percorrere nuove forme di partecipazione e di impegno politico, oltre ai tradizionali confini nei quali ci siamo sempre mossi. Se continuiamo ad utilizzare sempre gli stessi schemi e i soliti strumenti non riusciremo ad avvicinare nuovi concittadini alla politica e otterremo sempre i soliti risultati, spesso deludenti.
Su questo continueremo a lavorare, profondamente convinti di aver garantito, con il nostro impegno nel corso degli anni, visibilità e credibilità a tante idee e posizioni che non vorremmo fossero, un domani, male utilizzate.

Il Gruppo Consiliare Repubblicano
Luigi Di Placido
Paolo Montesi

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Poca chiarezza sulle partecipate: si vendono i gioielli di famiglia, ma per fare che cosa?

L’Amministrazione Comunale ha deciso quali partecipazioni azionarie vendere per fare cassa e procurarsi un tesoretto da spendere.
Ben arrivati, ci verrebbe da dire, perché da tempo chiediamo una vera spending review che analizzi senza pietà costi e partecipazioni, con l’obiettivo di interrompere la spirale di “Tassa e Spendi” che sta prosciugando oltre modo le tasche di imprese e cittadini.
Peccato che, solo qualche mese fa, in occasione del bilancio preventivo, ci veniva detto che la valutazione dell’opportunità di mantenere o meno le partecipazioni di cui sopra non era un argomento all’ordine del giorno. I fatti ci danno ragione ancora una volta.
L’interrogativo di fondo non è di poco conto: si vendono i gioielli di famiglia, ma per fare che cosa? “Per effettuare maggiori pagamenti per opere e lavori pubblici”, si dice.
Un po’ pochino.
Sarebbe stato opportuno, prima di decidere cosa vendere, dire chiaramente per cosa vendere, stilando una lista chiara delle opere da finanziare o da pagare ritenute prioritarie, con una programmazione condivisa.
Così non è, si vende per colpa del patto di stabilità (ma negli ultimi anni le spese del Comune sono sempre aumentate) ma come si utilizzeranno i soldi dei cittadini ancora non lo sappiamo.
Si vogliono vendere le partecipazioni in Face, Hera, Start, Terme di S.Agnese.
Su quest’ultima nulla da dire, sulle altre è necessaria qualche considerazione.
Su Face: si fosse proseguita con maggiore convinzione la privatizzazione delle farmacie avviata ormai più di dieci anni fa (da Mario Guidazzi, guarda caso), sicuramente gli introiti sarebbero stati più consistenti di quelli che saranno domani, complici l’apertura di nuove farmacie e la nascita delle parafarmacie.
Su Start Romagna vendere la partecipazione giustificandola con l’avvio del processo di privatizzazione finalizzato ad “individuare un partner imprenditoriale” è come pretendere di vendere abbonamenti allo stadio solo promettendo che si farà una bella campagna acquisti.
Gli altri soci pubblici di Start sono d’accordo con questa decisione? La prenderanno anche loro, o ancora una volta ognuno va per la sua strada? La vendita della sola quota di Cesena non libera gli spazi adeguati affinché un privato che entra nel trasporto pubblico possa avere reale capacità decisionale, con il rischio che, proprio per questo motivo, un privato interessato sia molto difficile da trovare, salvo che sia affetto da tendenze masochiste.
Su HERA: per noi è chiaro già da tempo che la partecipazione in Hera è dettata solo dai dividendi che i Comuni incassano ogni anno e dalle venature politiche che la caratterizzano, benché il management sia sempre più focalizzato sui risultati di Piazza Affari. La fusione con Acegas ne è stata l’ultima dimostrazione, facendo calare ulteriormente la quota romagnola e quindi il relativo peso specifico. La decisione di vendere è stata presa in accordo con gli altri enti locali soci del patto di sindacato? Perchè, se è una iniziativa scollegata dal contesto generale, indebolisce il futuro peso contrattuale del territorio in vista delle future gare per l’affidamento dei servizi pubblici, e questo è un errore gravissimo, anche perchè vendendo quote si dichiara che la partecipazione in Hera non è strategica: meglio tardi che mai.

Molte perplessità, quindi, e molti timori, perché queste sono operazioni che non si possono fare ogni anno, e che quindi vanno pensate e realizzate con grande chiarezza e grande lungimiranza.
Esattamente quello che, purtroppo, non ci pare di scorgere.

Luigi Di Placido
Paolo Montesi

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SERINAR sull’Orient Express: dopo l’omicidio, l’alibi perfetto è l’esigenza di una nuova mission?

Che ci fosse qualcosa che non andava nelle recenti vicende di Serinar lo avevamo già capito in occasione della discussione sul Bilancio Preventivo 2013 del Comune di Cesena, quando avevamo rimarcato con stupore il dimezzamento dei fondi destinati dall’Amministrazione alla Società di servizi per l’Università: da 500.000 Euro a 250.000
Lo stupore era aumentato quando avevamo ascoltato l’Assessore Marchi affermare che, a causa di questo dimezzamento, ci sarebbe stata una diminuzione dei servizi erogati sul territorio cesenate, con buona pace dei fiumi di parole sull’importanza dell’insediamento universitario nei nostri territori e sulle sue ricadute occupazionali.
Oltre alle dichiarazioni di prammatica sulla volontà di non dismettere l’impegno all’interno di Serinar, era evidente la difficoltà a motivare una scelta di questa portata, con tutte le conseguenze che si sapeva sarebbero conseguite.
Serinar è certamente una società con una buona capitalizzazione, e questo nel breve potrà attutire i mancati contributi degli Enti soci, ma questi mancati contribuiti denotano un disimpegno del Comune di Cesena o una volontà di modificare la mission e gli strumenti di Serinar?
Resta il fatto che le dimissioni dell’Amministratore Delegato Corzani prima, e del Presidente Conti poi, raccontano di divergenze che rischiano di trascendere le persone e rimbalzare pesantemente sui territori di appartenenza, segnale forte della necessità di ripensare radicalmente lo strumento.
A partire dalle nomine, che hanno sempre avuto nel tempo decise coloriture politiche, e che sarebbe ora di affrancare da meccanismi di quel tipo: non foss’altro perchè aumentano il rischio che divergenze politiche interne ai partiti si riverberino sul funzionamento dell’ente. Nei prossimi giorni verranno nominati i nuovi componenti del CDA, pretendiamo che la competenza sia l’unico criterio ammesso, e che il nuovo Presidente rappresenti la necessità di dare a Serinar un nuovo profilo, più snello e funzionale, più di programmazione e monitoraggio e meno di semplice erogazione.
Lo abbiamo ripetuto più volte: non basta che il Comune di Cesena abbia una “unità di progetto intersettoriale che approfondisce le tematiche relative agli organismi partecipati sia dal punto di vista giuridico-societario, che da quello dell’analisi degli aspetti economico-finanziari”, se alla base non c’è una reale volontà politica di fare scelte coraggiose.
E’ infatti difficile immaginare che gli enti soci, Fondazioni comprese, avranno domani più soldi da investire in Serinar di quelli che abbiano oggi.
E quindi? Speriamo nessuno pensi che una eventuale variazione di bilancio in corso d’anno, che aumenta i fondi magari utilizzando i proventi di Icarus, possa bastare a risolvere il problema.
La questione è più ampia, e va affrontata a partire dall’esigenza di ragionare anche in questo campo di vere “politiche di area vasta” (attraverso un maggior coinvolgimento e coordinamento con gli Enti Locali delle altri sedi decentrate della Romagna), che cancellino le duplicazioni e le ridondanze non più sostenibili né economicamente né politicamente, e che comincino a considerare l’unico grande insediamento universitario romagnolo come un reale potenziale motore di crescita e sviluppo.
Ma prima bisogna mettere mano a Serinar.
Da ultimo, non possiamo non sottolineare un gustoso paradosso: proprio nei giorni in cui si vuol far decollare l’incubatore d’impresa Cesenalab, considerato un passo in avanti nel rapporto tra imprese ed università, esplode in tutta la sua evidenza la crisi di Serinar.
Ennesima dimostrazione di come i compartimenti stagni nelle nostre zone regnino ancora sovrani e le nomine politiche denotino amaramente i propri limiti.

Luigi Di Placido
Paolo Montesi

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Governo Letta, tra orgoglio e pregiudizi

Valutazioni ovvie sul Governo Letta:
1) un Governo di larghe intese Pd-Scelta Civica-PdL non é il “meno peggio”, bensí é l’unico possibile e capace di raccogliere una fiducia in Senato, visto il più volte confermato diniego del M5S a fare qualsiasi alleanza col PD;
2) la squadra di Governo si apprezza molto più per i Vecchi Big che non ci sono (D’Alema, Amato, Monti, Berlusconi, Brunetta) che per i diversamente Giovani che ci sono (Lorenzin, De Girolamo, Orlando);
3) alcune tra le poche donne ministro (a quando una paritá di rappresentanza?) elevano notevolmente la qualità della squadra di Governo (Bonino in primis, Cancellieri, Carrozza);
4) la sfida e gli ostacoli che il Governo Letta ha davanti a sé sono enormi, e andrà giudicato sui fatti, sulla base di ciò che riuscirà a realizzare considerando 1) la contingenza, 2) le scadenze fissate da Monti e da Bruxelles, 3) le priorità fissate da Napolitano: rilancio dell’economia, mantenimento del rigore dei conti, riduzione spesa e debito pubblico, riduzione imposizione fiscale alle imprese, riduzione drastica costi della politica a partire dagli stipendi e vitalizi dei dirigenti ed eletti, introduzione legge elettorale maggioritaria, abolizione delle province, eliminazione bicameralismo perfetto, riduzione drastica tempi giustizia civile. Insomma, nessun pregiudizio;
5) come da anni sostengono i Repubblicani, l’unico modo per uscire dalla Seconda Repubblica é un Governo di larghe intese capace di fare insieme le riforme istituzionali necessarie e ampiamente condivise;
6) l’attentato di un folle disperato accaduto oggi fuori da Palazzo Chigi cementa il consenso attorno al Governo nascente, ma altresì dimostra che il risentimento verso questa classe dirigente sta montando da un lato, per le drammatiche condizioni di vita di alcuni cittadini piegati da sei anni di crisi economica, dall’altro perché il livello dello scontro verbale di alcuni esponenti politici é scellerato e irresponsabile;
7) se i parlamentari PD faranno mancare il loro voto di fiducia, non sono solo da espellere, ma da rinchiudere direttamente in manicomio;
8) i partiti all’opposizione del Governo sono o in cerca di un riscatto elettorale (Lega Maroni e SEL) o per opportunismo tattico (M5S). Sta a Letta dimostrare coi fatti la differenza col Governo tecnico di Monti;
9) i Radicali si trovano con un Ministro degli Esteri senza avere parlamentari, chapeau!
10) il ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge, primo ministro di colore, mi piace un casino… alla faccia dei leghisti che infangano la bandiera italiana quotidianamente.

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25 aprile 2013: la memoria è importante

Oggi ho accompagnato Ryan alla sua prima Manifestazione del 25 aprile. La memoria é importante.
Ascoltare l’inno é importante.
Ricordare quanti militari stranieri sono caduti per liberare l’Italia dal nazi-fascismo é importante.
Celebrare la lotta di liberazione dei partigiani é importante.
É grazie a loro che oggi ho potuto accompagnare mio figlio ad una festa della nostra Repubblica.
Viva l’Italia.

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